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Cosa succede dopo la diagnosi?

Sebbene negli ultimi anni la ricerca nell’ambito dei DSA sia progredita e si cerchi di approfondire le cause di tali disturbi, sono ancora in atto gli studi sui possibili trattamenti da effettuare. Come già detto, essendo i DSA non una patologia ma espressione della “neurodiversità” del bambino, ovvero una caratteristica neurobiologica, che non possiamo considerare e trattare come malattia, con la conseguente speranza di guarire, piuttosto come la mancanza di una predisposizione di base, che non consente l’automatizzazione delle capacità fina ad ora descritte. Dopo la diagnosi, il primo passo da fare è diventare consapevoli delle caratteristiche proprie o del proprio figlio, solo così si potranno riconoscere ed accettare quanto prima le sue difficoltà e potere avviare percorsi di supporto e potenziamento che ne valorizzino i punti di forza.

Non essendoci una patologia, è preferibile per adesso parlare di “abilitazione” che di riabilitazione: non essendoci una funzione da riabilitare, o cure che consentono di riportare i parametri di lettura di un bambino con DSA a i livelli di un normo-lettore. Tuttavia dopo la diagnosi è fortemente consigliato se non necessario intraprendere un percorso di training cognitivo, di potenziamento ed abilitazione grazie alle figure professionali (psicologo, logopedista e pedagogista) che si occupano di DSA, favorendo un miglioramento della lettura e della scrittura e del calcolo ancor di più creando un metodo di studio personalizzato in base alle strategie di apprendimento a lui più adatte.

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